Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2011 alle ore 08:48.

My24
Anthony Weiner (Ap)Anthony Weiner (Ap)

Il castello di carte di Anthony Weiner è caduto. La debolissima autodifesa del deputato di New York, considerato il front runner per la poltrona di sindaco nel 2013, si è infranta su foto imbarazzanti e difficili da difendere. Il Weinergate, come è stato subito ribattezzato l'ennesimo scandalo a sfondo sessuale con protagonisti politici americani, si è concluso con un'ammissione: «Quello delle foto sono io (poiché si vede la faccia era difficile negare) e le ho inviate io» a una studentessa di Seattle, tramite l'account su Twitter.

Ma il deputato non intende lasciare la poltrona: «Non sono stato onesto con me stesso, la mia famiglia, gli elettori, gli amici e la stampa, non ho detto la verità, me ne scuso. Mi vergono profondamente, ma non mi dimetterò». Motivo? Dice di non avere fatto nulla di illegale. Ha mandato foto esplicite (nelle ultime appare a torso nudo, con uno specchio alle spalle, in quella precedente si vedevano le parti intime) a sei donne diverse negli ultimi tre anni, ma le relazioni sono sempre rimaste virtuali: «Non abbiamo avuto rapporti sessuali, non le ho mai incontrate», ha detto durante una conferenza stampa indetta dopo che un celebre blogger americano, Andrew Breitbart, ha pubblicato sul suo sito le ultime, inequivocabili, immagini.

Weiner ritiene dunque di dovere rispondere di questo pasticcio solo a sua moglie, Huma Abedin, sposata nel luglio 2010, ovvero quando già aveva iniziato le relazioni con le sue amiche online. «E' stata una debolezza, ho mandato la foto e poi mi sono fatto prendere dal panico», ha detto il deputato, che nei giorni successivi alla pubblicazione delle prime immagini aveva gridato al complotto, accusando presunti delatori politici di volerlo rovinare. Resta da capire perché abbia fatto una cosa del genere, pur sapendo di avere puntati addosso i riflettori della ribalta politica. E la questione sembra destinata a rimanere irrisolta: «Sono stato stupido, se volete una spiegazione profonda per quello che ho fatto, non ce l'ho».

Al di là dei dettagli di cronaca, la vicenda sarà ricordata come l'ennesimo scandalo capace di stroncare l'ascesa di una stella del partito democratico. Il deputato, classe 1964 e in congresso dal 1999 (quando si aggiudicò la poltrona di Charles Schumer, passato in Senato), era considerato uno dei favoriti nella corsa per prendere il posto di Michael Bloomberg a New York.

Non che i democratici siano nuovi a imbarazzi di questo genere. Senza andare a ripescare la vicenda dell'ex presidente Bill Clinton e di Monica Lewinsky (per inciso, Weiner è un clintoniano di ferro e sua moglie è tra i collaboratori di Hillary), vale appena la pena di ricordare che l'ex governatore dello Stato di New York Eliot Spitzer nel 2008 si è dimesso quando è emerso che era coinvolto in un giro di prostituzione e che la corsa alla Casa Bianca dell'ex senatore della North Carolina John Edwards è stata fermata dalla notizia di una relazione extraconiugale dalla quale è nata una bambina.

Per una foto a torso nudo in chat si dimette deputato di New York

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi